COMUNE DI AREZZO

La provincia di Arezzo si trova a ovest della regione Toscana, posta fra le regioni: Emilia Romagna, Marche e Umbria. Il confine della provincia è scandito da elementi naturali, come le vette montuose del Falterona e del Chianti, la sponda del Lago Trasimeno e il corso del fiume Foglia. A comporre l’area della provincia di Arezzo sono quattro vallate: a Nord si trova la Valdarno superiore, a Sud la Val di Chiana, ad Est l'alta Valtiberina ed Ovest la Valle del Cerfone.

La Valdarno Superiore presenta un territorio argilloso eroso dalle acque, che nei secoli remoti diede origine a un passaggio naturale, che metteva in comunicazione Arezzo con Firenze, questa valle durante il medioevo fu testimone di battaglie per cercare di appropriarsene, essa era ricca sia da un punto di vista economico che architettonico – spirituale, dato che in questa valle erano sorti diversi luoghi di culto.

La Valdichiana un tempo fu paludosa, ma grazie alla bonifica voluta dal duca Leopoldo di Lorena, questa terra fu in grado di divenire luogo fertile per campi di olivi e viti, questo fece nascere borghi in tutta la vallata, mentre in precedenza i centri abitati erano solo sulle alture.

La zona del Casentino in un’area isolata naturalmente dall’Appennino Tosco-Romagnolo, ed è qui nasce la sorgente del fiume Arno, in un luogo dove ancora la natura è padrona indiscussa dei boschi e del territorio.

La piana di Arezzo è un importante via di comunicazione fra Roma e Firenze, questo snodo fu importante per lo sviluppo dell’economica. 
Qui nacquero anche diverse personalità celebri come: Francesco Petrarca (1304-74), lo scienziato matematico Vittorio Fossombroni (1754-1844), molti furono anche gli artisti come: Piero della Francesca, Luca Signorelli, Giorgio Vasari, Michelangelo e Masaccio.
Duomo di Arezzo
 
Luoghi Religiosi
Palazzi e Monumenti

Piazze e Musei


I territori della città di Arezzo erano già abitati in età Paleolitica, questo lo si determinò a seguito di un ritrovamento di un cranio umano, rinvenuto nella frazione di Olmo nel 1863, durante gli scavi per la realizzazione del tratto ferroviario Firenze - Roma, tale reperto apparteneva alla specie dell’ Homo Sapiens.
Arezzo fu una delle più importanti città Etrusche, edificata sul colle di San Donato, difesa da una cerchia di mura, abbattute successivamente dai Romani. La città etrusca fu talmente importante da essere eletta come una delle dodici lucumonie del tempo. Il territorio Etrusco si espandeva oltre la città di Arezzo, comprendendo anche le città di Cortona, Castiglion Fiorentino e Pieve a Socana. A questi territori si aggiungono le valli di: Valdichiana e il Casentino.
Nel 294 a.C. la città di Arezzo stipulò con Roma un accordo di reciproco aiuto, l’attuazione del trattato avvenne quando i Galli Senoni discesero in Italia, oltrepassando il fiume Po e marciando in direzione di Roma. Arezzo trovandosi sull’asse naturale che permette il passaggio degli Appennini lungo le vallate, era il il primo fronte a scontrarsi contro le armate nemiche. A seguito dell’imminente minaccia Roma diede supporto alla città inviando le sue truppe in sua difesa.
Durante la seconda guerra punica Arezzo fu al fianco di Roma e per questo fu ricompensata con la cittadinanza romana.
Sotto la dominazione romana l’economia della città ne risentì positivamente, grazie alla costruzione di nuove strade come la via Cassia, che rappresenta anche ai giorni d’oggi un’arteria principale, acquedotti e teatri, queste opere migliorarono di gran lunga il tenore di vita dei cittadini.
Le terre di Arezzo, ricche di argilla, furono sfruttate a quel tempo per la realizzazione di splendidi vasi a vernice rossa soprannominati anche “vasi corallini”.
Con la caduta dell’impero Romano le orde barbariche arrivarono anche ad Arezzo, provocando l’abbandono dei campi.
Da prima si insidiarono i Longobardi e in successione i Franchi con Carlo Magno, quest’ultimo trasformò queste terre in una contea, dandone il potere in mano al vescovo, il quale assimilò anche la figura del conte, concentrando nelle sue mani sia il potere spirituale che quello governativo. In questo frangente storico incominciarono a sorgere numerose chiese e abbazie.
La situazione interna alla città venne a incrinarsi quando il potere fu gestito contemporaneamente da due figure, da un lato il Vescovo e dall’altra la magistratura cittadina, questo malessere esplose con la rivolta popolare contro il vescovo.
Con la nascita del Comune, i commerci divennero più floridi e i beni della chiesa furono confiscati. Questa forte positività portò all’accrescimento della città, tanto da dover nuovamente allargare la cinta muraria. Furono costruiti nuovi edifici come la nuova cattedrale in stile gotico dove si insinuò il potere vescovile (1203), fu in oltre completata la basilica della Pieve di Santa Maria in stile romanico, alle opere religiose (chiesa di S. Francesco - Chiesa di S. Domenico) furono affiancate anche edifici pubblici e privati come le case - torri.
Arezzo si rese conto di avere molti nemici, primi fra tutti i comune che l’attorniavano: Firenze e Siena; ma dovette combattere contro le città di Perugia e Città di Castello. Il Comune di Arezzo era riuscito ad ampliare i suoi territori, i quali comprendevano: Valdarno, Valdambra, San Sepolcro, Massa Trabaria e Cortona, quest'ultima fu presa dopo la sanguinosa battaglia del 1258.
Arezzo era l'ultima roccaforte ghibellina rimasta sul territorio e doveva difendersi da ogni attacco con le proprie forze.
Firenze non si arrese e forte del sostegno del papato, riuscì a sbaragliare la difesa di Arezzo nella battaglia di Campaldino nel 1289, questa sconfitta decretò la caduta della città, la quale fu smembrata dei suoi possedimenti che vennero ad essere spartiti fra Firenze e Siena.
Nel 1321 ascese al potere il vescovo Guido Tarlati, della potente casata dei Pietramala, il quale risollevò la città sia in ambito politico, riuscendo a tessere dei buoni rapporti con la fazione ghibellina, sia in quello economico risanando il bilancio della città, tanto da ottenere la concessione di battere moneta propria, ampliò la cinta muraria e strinse accordi con Firenze e Siena per una pacifica convivenza. Questa figura vescovile fu vista in malo modo dalla santa sede che a quel tempo si trovava ad Avignone, Guido Talari utilizzava i fondi destinati alla chiesa per incrementare il benessere della città di Arezzo e questo era ineccepibile, tanto che il pontefice decretò Guido Talari un eretico. L’ampliamento dei commerci aveva dato vita alla classe borghese dei mercanti, i quali avevano creato in città le loro corporazioni delle arti.
Alla morte di Guido gli succedette nel 1327 il fratello Pier Saccone, il quale si rivelò totalmente inadeguato al ruolo che dovette ricoprire e pressato dai nemici interni ed esterni della città, la cedette a Firenze nel 1337 ricevendo una cospicua somma di denaro.
Nel ‘500 Arezzo conobbe l’architetto Giorgio Vasari, che qui edificò diversi palazzi, un esempio di tale magnificenza furono le Logge in piazza Grande. Nel XVI sec. venne decisa la demolizione del palazzo del Comune del Duomo Vecchio, mentre venne potenziata la fortificazione della città per volere di Cosimo I de Medici. Questo secolo venne anche ricordato per una serie di sciagure dovute alla pestilenza e alla carestia, che colpirono queste terre, mettendo nuovamente in crisi l’economia della città.
Con l'ascesa al potere dei Lorena fu decisa la bonifica della Valdichiana, oltre al potenziamento della viabilità su rotaia, nel 1866 Arezzo fu collegata direttamente con Firenze e Roma, divenendo un nodo importante per i traffici commerciali e dello spostamento di persone. Questo permise una lenta ricrescita della popolazione aretina, sul finire del XIX sec. nacque la Banca Mutua Popolare Aretina che diverrà la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio.
Nel 1799 Napoleone Bonaparte conquistò Arezzo e tutto il Ducato di Toscana, che tornerà ai granduchi solo dopo il congresso di Vienna del 1815.
Nel 1861 a seguito del plebiscito, tutto il ducato si annesse al Regno d’Italia.
Durante la seconda guerra mondiale Arezzo fu una di quelle città che dovette pagare un enorme contributo di sangue, a seguito dei numerosi raid aerei. Per il contributo della resistenza la città fu insignita della medaglia d’oro al valor militare, conferita dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini nel 1984.

Nel 1895 le strade e le piazze di Arezzo furono illuminate dall’elettricità, questo fu un grande passo in avanti verso l’ammodernamento e l’industrializzazione, che da lì a pochi anni vide crescere una delle più grandi industrie del tempo come la Sacfem (industria metalmeccanica per la produzione di pezzi di rotaie), dato che in precedenza l’economia era basata principalmente sull’agricoltura e l’allevamento di bestiame. La crescita demografica richiese una maggiore espansione urbana e quindi maggiori abitazioni, sempre nei primi anni del ‘900 fu edificato il nuovo ospedale Santa Mama Sopra i Ponti, il foro Boario e l’ospedale neuropsichiatrico.
Con la ricostruzione inizia anche la ripresa e il boom economico degli anni ’50 – ’60 spinge l’economia della città di Arezzo, la quale divenne un polo attrattivo per la popolazione della provincia e delle campagne, che arrivano in città in cerca di occupazione. La città di espanse fino a lambire le colline circostanti. L’assetto economico della città subì in questo periodo un mutamento, in quanto la produzione industriale si specializzò soprattutto nella realizzazione di preziosi, con risvolti positivi anche sui mercati esteri, grazie al marchio “Made in Italy”, da sempre simbolo di qualità, eleganza ed eccellenza. Un settore che invece si è notevolmente ridimensionato ed è quasi scomparso, è quello legato all’abbigliamento, una delle aziende di maggior rilievo di questo settore era la Lebole, che dovette ridimensionarsi negli anni ‘80, a causa anche della crisi che colpì il settore.
Oggi le potenzialità della città e della provincia sono impuntante verso il turismo, che vede un ampliamento degli investimento verso la costruzione di impianti alberghieri ed interventi dedicati all’intrattenimento, come la Fiera dell’Antiquariato la prima domenica del mese, il Festival Internazionale “I Grandi Appuntamenti della Musica” organizzato dall’Ente Filarmonico Italiano. Da non dimenticare è anche la Via dell'enogastronomia, in quanto questi sono i territori del Chianti.
Il settore terziario ha al suo interno anche altri rami molto fertili, come la grande distribuzione, la quale si sta espandendo su tutto il territorio e i servizi che si legano a tutto il settore sia secondario, diretto alle aziende produttrici, che direttamente al settore dei servizi. Un esempio è il settore del credito e quello bancario, oltre al settore delle telecomunicazioni (Eutelia) e quello informatico.

La chiesa è uno dei più importanti esempi di stile romanico in Toscana, la costruzione risale all’XI sec. , ma fu rimaneggiata nei secoli, anche dal Vasari e solo con la restaurazione dell’800 la chiesa fu riportata al suo antico splendore. Accanto all’edificio si erge il campanile, chiamato anche “dalle cento buche” per via delle sue numerose bifore che si alternano salendo per cinque piani.
La facciata presente una decorazione composta da cinque archi ciechi, sovrastati da tre ordine di logge e da 68 colonne culminanti con capitello. L'accesso alla Pieve è sorvegliato da un portale decorato con bassorilievi del '200 con raffigurazione dei mesi, all’interno del tempio si trovano le reliquie di San Donato, custodite in un reliquiario d’argento.

Abside Pieve di Santa Maria
Campanile

Lo spazio interno del tempio è suddiviso in tre navate divise da colonne, sormontate da un soffitto a capriate. La parte più antica è rappresentata dal presbiterio, collocato in posizione rialzata rispetto alla cripta, in quest'ultima è collocato l'altare ove fu posizionato il busto d'argento di San Donato del 1346.

La realizzazione della cattedrale iniziò nel corso del XIII sec. per concludersi solamente nel XVI sec. L’edificio si erge su di una scalinata in travertino, realizzato in stile gotico, la facciata fu realizzata nel ‘900 la quale si apre con un portale ornato da una serie di sculture in terra cotta, accanto all’edificio si erge il campanile neogotico del 1859, culminante con una cuspide.

L’interno della cattedrale è composto da tre navate sorrette da pilastri a fasci sulle quali poggiano archi ogivali, sormontate da volte a crociera. Guardando da dove proviene la luce solare, si possono ammirare le vetrate istoriate di Guillaume de Marcillat del XVI sec., le quali traggono ispirazione da diversi episodi sacri: Vocazione di San Matteo, l'Adultera, Cacciata dei Mercanti dal Tempio.
All’interno del tempio sono presenti: la Cappella Tarlati, l’affresco di Pietro della Francesca raffigurante la Maddalena, il coro ligneo del ‘500 realizzato dal Vasari e la cappella della Madonna del Conforto ove è collocata la pala d’altare di Andrea della Robbia.
Accanto alla cattedrale si colloca il Museo Diocesano, nel quale sono custodite alcune opere della cattedrale e di altre chiese della diocesi, come ad esempio alcuni dipinti di Luca Signorelli e del Vasari

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 La Basilica fu costruita sul finire del XIII sec. in stile gotico, essa presenta un portale romanico e un campanile a vela, quest’ultimo conserva le campane originali del trecento.
L’interno è composto da un’unica navata sormontata da un soffitto a capriate, sull’altare Maggiore della cappella Dragondelli del 1370 è custodito il famoso crocifisso del Cimabue.

La Basilica di San Francesco e il monastero furono eretti nel XIII sec. nella parte più antica della città per volere dei francescani, ma nel secolo successivo la basilica fu riedificata in stile gotico, mentre il campanile venne aggiunto solamente nel ‘500.

Per la costruzione furono utilizzati mattoni e pietre, l’interno è composto da una sola navata con soffitto a capriate, la luce penetra attraverso il suggestivo rosone composto da vetrate istoriate raffiguranti San Francesco e Onorio III, opera di Guglielmo de Marcillat. Nel XIV sec. fu completata anche la costruzione relativa alla chiesa inferiore, alla quale si accede mediante un'entrata laterale, posta sul lato sinistro della Basilica, essa è suddivisa in tre navate che si estendono per metà della lunghezza della stessa Basilica, gli affreschi presenti risalgono al periodo fra il '400 e '500, oggi all'interno è collocato il Museo.
Nella cappella Maggiore (cappella dei Bacci) si può ammirare l’opera di Pietro della Francesca relativo alla “Storia della Vera Croce”, tale opera fu realizzata grazie all’ispirazione pervenuta dalla leggenda aurea di Jacopo da Varagine, ed è attualmente considerata una delle maggiori opere Rinascimentali. La raffigurazione si divide in varie sezioni: Adamo Morente e il suo seppellimento, la Regina di Saba in adorazione, incontro fra la regina di Saba e Salomone, sogno di Costantino, vittoria di Costantino su Massenzio, Confessione di Giuda, la prova della Vera Croce, vittoria di Eraclio contro il re di Persia Cosroe, Apparizione dell’Angelo a S. Elena.
Accanto alla Cappella Maggiore si collocano la cappella Tarlati ove è presente il Crocefisso di Spinello Aretino, mentre ad ornare l'altare è collocata l'Annunciazione del Signorelli. Alla sinistra della Cappella Maggiore è collocato il monumento a Francesco Rosselli realizzato in terracotta.

L’edificazione della basilica risale al ‘200 , ma nel ‘500 ci furono dei mutamenti ad opera del Vasari. La cupola fu decorata da Andrea Pozzo nel ‘700, realizzando un effetto di prospettiva illusionistica.

La chiesa si affaccia sull'omonima piazza, essa fu eretta dai Benedettini Cassinesi nel ‘200 e ampliata tre secoli dopo dal Vasari, con annesso il campanile di pianta ottagonale della metà del '600, mentre la facciata neogotica è risalente agli inizi del '900.
L’interno è realizzato in stile manieristico, lungo la navata fra il terzo altare destro e la sagrestia si trova il crocefisso di Segna di Bonaventura e l’altare del Vasari. Rivolgendo lo sguardo verso l'alto si nota la falsa cupola disegnata da Andrea Pozzo agli inizi del '700.
Adiacente al tempio si trovano il monastero e il quattrocentesco chiostro con loggiato, opera di Giuliano da Maiano.

Il tempio fu eretto sul finire del ‘400 su progetto di Bartolomeo della Gatta e rimaneggiato da Antonio Sangallo il Vecchio, l'edificio fu edificato su di un vecchio oratorio del '300. L'esterno rimane ancora oggi incompiuto con un portale gotico sormontato da una lunetta con raffigurata la scena dell'Annunciazione, opera di Spinello Aretino; all’interno si accede mediante un atrio disegnato da Antonio Sangallo, che si apre verso lo spazio della chiesa suddiviso in tre navate poggianti su pilastri, la luce penetra dalle vetrate elaborate da Guglielmo da Marcillat, le quali donano atmosfera agli affreschi seicenteschi.

La chiesa fu edificata in stile tardo gotico nel XV sec. insieme all’oratorio su di un antico tempio pagano, nel quale si praticava il culto delle acque. La chiesa presenta un portale gotico realizzato da Benedetto da Maianoche, lo spazio interno è composto da un’unica navata sormontata da un soffitto a volte sorrette da semicolonne, l’altare Maggiore è opera di Andrea della Robbia, qui è collocata  l’immagine della Madonna della Misericordia realizzata da Parri Spinello. Dietro l'altare si trova la cappella di San Bernardino, ornata da un altare ligneo intagliato ove sono collocate le reliquie. Successivamente alla costruzione fu aggiunta nel ‘400 la loggia di Benedetto da Maiano, composta da arcate poggianti su colonne corinzie.

La chiesa risale al 1100 , ma l’aspetto arrivato sino ai giorni d’oggi è dovuto a continui mutamenti, soprattutto quelli operati nel corso del ‘500 da Bartolomeo Ammannati, che ne diede l'impostazione manieristica. L’interno è composto da un’unica navata, sormontata da un soffitto a cassettoni del '700, ad adornare il tempio sono gli altari risalenti al secolo XVII.

La chiesa si affaccia lungo Corso Italia, fu edificata nel XIII sec., mentre il campanile nel secolo successivo.

L'ordine fu soppresso nel 1934 e i possedimenti passarono di proprietà al comune di Arezzo. Nel 1973 fu elaborato il complesso museale, ad oggi la collezione del Museo conta opere provenienti dagli scavi archeologici condotti in città, pezzi di ceramica, vasi, mosaici ecc.. a queste opere si aggiunsero quelle di collezioni private.
Il convento di San Bernardino sorse sull'anfiteatro romano del II sec. d.C., nel corso del '600 fu annessa alla costruzione il loggiato esterno in stile gotico.

Chiesa di San Bernardino
Complesso di San Bernardino

L’Anfiteatro Romano risale al I – II sec. d.C. , la costruzione fu realizzata utilizzando laterizio, arenaria e marmi, la sua forma ellittica si sviluppa su due ordini; Ciò che rimane oggi è solamente una parte della struttura originaria, in quanto le parti mancanti furono utilizzate per la costruzione dei palazzi della città, per il complesso di San Bernardino, oltre alla fortezza Medicea. L'anfiteatro fu riportato alla luce solamente agli inizi del '900, per essere valorizzato solamente nel 1950.

Il palazzo Comunale risale agli inizi del '300, l'edificio fu costruito per i priori del comune di Arezzo. A lato della costruzione si erge la torre a pianta quadra del 1337, mentre il cortile interno è strutturato con porticato e logge.

Questa abitazione fu la dimora del celebre poeta Petraca, il quale nacque il 20 luglio 1304. L'edificio del cinquecento fu della famiglia Lanciai, per poi passare ai Serragli e in fine ai Mannini, ed in fine la sede della Questura di Arezzo, che qui rimase fino ai primi anni del '900, secolo in cui vennero compiuti una serie di restauri volti ad eliminare i corpi di fabbrica aggiunti e ridare nuova vita all'impianto originario del '500. Attualmente l'edificio è la sede dell'Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze oltre alla biblioteca, ospita inoltre una sala conferenze e una galleria di dipinti del '600 e '700.

La casa del Vasari ad Arezzo è un esempio di abitazione d’artista, dove tutta l’edificazione e le decorazioni sono state ideate dal suo proprietario, come anche la scelta degli arredi interni. Oggi è divenuta la sede del Museo Vasariano.

La fortezza Medicea fu disegnata da Antonio Sangallo il Giovane, fu costruita sul colle di San Donato per volere di Cosimo I de Medici attorno ai primi anni del ‘500. La fortezza ha una struttura a forma di stella a cinque punte. Nel corso dell’800 la struttura della fortezza fu in parte demolita dalle milizie francesi, ma successivamente fu restaurata. Il comune di Arezzo ne venne in possesso nel sul finire del XIX sec. per un lascito del conte Enrico Falciai Fossombroni.

Un tempo ad Arezzo sorgeva il Palazzo del Capitano del Popolo, il quale fu costruito nella seconda metà del '200 in stile gotico. La struttura fu completata nel secolo successivo, con l'annessione alla struttura di una torre demolita nel 1539, in quanto si trovava nella traiettoria della gittata dei cannoni che a quel tempo erano collocati sulla fortezza Medicea. Attualmente del palazzo non restano che alcuni ruderi.

RUDERI DEL PALAZZO DEL CAPITANO

Il Palazzo della Fraternità dei Laici sorge su Piazza Grande, accanto al palazzo del tribunale. Lo stile di costruzione presenta al piano terra quello gotico, mentre il piano superiore uno stile rinascimentale. Il palazzo fu ideato da Bernardo Rossellino nella prima metà del '400, per essere ultimato successivamente nel 1460 da Giuliano e Algozzo da Settignano, i quali aggiunsero la balaustra e la loggetta. Sulla costruzione svetta un campanile a vela nel quale è incassato un orologio del 1552, quest'ultimo oltre a scandire le ore segna le fasi lunari e il moto del sole.

Il Palazzo Pretorio risale al XV sec. , la sua costruzione fu compromessa nel '500 a seguito di modifiche, che solo dopo i restauri degli inizi '900 diedero il vecchio splendore all'edificio. Sulla facciata sono presenti gli stemmi in pietra dei podestà della città di Arezzo, oltre a quelli dei commissari Fiorentini. All'interno il palazzo ospita la Biblioteca Civica, la quale conta un discreto patrimonio, fra cui codici miniati, incunaboli e manoscritti.

Piazza Grande di Arezzo è una delle più scenografiche piazze d’Italia, essa ha una forma trapezoidale ed inclinata, essa fu realizzata durante il medioevo, ma rimaneggiata nel '500. Su di essa si affaccia l’abside della Pieve di Santa Maria, le Logge del Vasari, il palazzo del Tribunale, il palazzo della Fraternità dei Laici e alcune case torri.
Nella piazza si svolge la celebre Giostra del Saracino, mentre ogni prima domenica del mese si svolge la fiera dell’antiquariato.

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