PROVINCIA DI CARBONIA-IGLESIAS

COMUNI DI CARBONIA E IGLESIAS

La provincia Carbonia- Iglesias è una provincia di origini recenti, difatti fu istituita nel 2001 dalla regione di Sardegna, ma venne effettivamente concretizzata solo nel 2005.
Il territorio dell’Iglesiente e quello di Carbonia hanno una superficie prevalentemente costituita da rilievi, i maggiori si trovano a nord lungo il confine con la provincia di Mediocampidano, dove si sviluppano i monti Linas; a est  si innalzano le vette del P.Maxia (1017 m.) e il P.Sebera (979 m.) sul confine con la provincia di Cagliari. La provincia si affaccia sul Mare di Sardegna e comprende anche due isole: S. Pietro e Sant’Antioco, quest’ultima collegata attraverso una lingua di terra che confina con lo stagno di S. Caterina.
Sul territorio scorrono anche alcuni fiumi, fra i quali si ricordano: il Mannu, il Flumentempido e il Palmas. Per quanto riguarda la presenza di laghi si menzionano: Lago Monteponi e Lago di Monte Pranu.
All’interno della provincia furono decretate alcune aree protette come il Parco del Sulcis, Monte Linas e Monte Caravius.
Il territorio dell’Iglesiente è stato nel passato caratterizzato dalla presenza di diverse miniere estrattive, già sfruttate durante il periodo preistorico.






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STORIA DI IGLESIAS

Iglesias nacque a seguito dell'arrivo dei Fenici sul territorio Sardo, ma si dovette attendere il Medioevo con la conquista dell’isola da parte della Repubblica Marinara di Pisa, per poter dare maggiore risalto ed importanza alla città. Con la conquista nel ‘300 da parte degli Aragonesi, la città subì un duro arresto. Il settore che maggiormente in questi secoli aveva una maggiore richiesta di manovalanza era quello estrattivo, che ha avuto un maggior impulso nel corso dell’800, ma che decadde nella seconda metà dell’900 a causa dei paesi emergenti, che fornivano i materiali estratti a prezzi troppo competitivi sul mercato internazionale.
La città di Iglesias attualmente ha adottato una nuova politica economica, improntata verso il settore terziario e del turismo, creando quindi un nuovo polo attrattivo che porti maggiori turisti, non solo per visitare la città, ma anche le zone naturistiche, grazie anche ai tour operator che conducono il viaggiore alla scoperta del territorio, fra queste mete ci sono anche le miniere.

STORIA DI CARBONIA

La città di Carbonia è nata in epoca recente, realizzata su progetti di inizio ‘900 durante il periodo fascista. Carbonia agli albori prese il nome di Mussolinia. La città era sorta a seguito della maggior richiesta estrattiva di minerali da parte dello Stato centrale; con la crisi del settore nel secondo dopo guerra la città ha dovuto cercare un nuovo assetto economico, che le permettesse di risollevarsi. La risposta fu trovata nel settore del turismo, con l’incremento delle strutture ricettive e una serie di eventi che potessero attrarre i visitatori grazie anche alla presenza del borgo medioevale realizzato durante la dominazione Pisana.
Nel sottosuolo della cittadina si trovano diversi reperti archeologici che risalgono al'età del Neolitico, molti dei quali ritrovati all’interno delle grotte sparse nel territorio. Dell’epoca dei Nuraghi è stato scoperto il complesso di Sirai. Il territorio conobbe una forte ondata di migrazione interna durante il XIX sec. quando Alberto La Marmora fece la scoperta dei giacimenti di carbone.

La chiesa di Santa Chiara fu edificata in stile romanico – gotico nel XIII sec. per volontà del conte Ugolino della Gherardesca. Il tempio presenta una facciata a capanna divina in due sezioni, nella prima si trova il portale romanico sormontato da un arco, mentre la sezione superiore si presenta in stile gotico troneggiata dal rosone, posto al centro di due arcate ogivali. Accanto all’edificio si innalza il campanile trecentesco realizzato su base quadrata, dello stesso secolo è anche la campana presente nella cella campanaria. L’interno è composto da un’unica navata realizzata su una pianta a croce latina, composta da tre campate racchiuse da un soffitto a volta.

Il castello di Salvaterra (Iglesias) fu realizzato nel ‘200 e ampliato sotto la dominazione Aragonese. Con la perdita della sua funzione militare, decadde anche la sua importanza e fu lasciato in uno stato di abbandono.