COMUNE DI PARMA

La città di Parma conta 170.000 abitanti, vanta un centro storico con monumenti di stile romanico e liberty. È solcata dal passaggio dell’omonimo torrente: la Parma, il quale è anche affluente del fiume Po. Geograficamente è situata fra l’Appennino tosco- emiliano e il Po. La provincia è formata da 47 comuni. Parma è la capitale della musica e della gastronomia. Ai turisti la città offre pezzi di storia millenaria: castelli, borghi storici, ambiente e testimonianze artistiche.
Il Territorio della provincia di Parma è trattaversato di diversi corsi d'acqua che confluiscono le loro acque verso il Po: Stirone che si getta nel Taro, la Parma (che attraversa in pieno centro la cittadina emiliana) e l'Enza che senza il confine fra la provincia di Parma e quella di Reggio Emilia. I rilievi appenninici superano i 1800: Monte Sillara (1861 m.), Monte Orsaro (1830 m.), Monte Brusa (1796 m.), Monte Maggiorasca (1799 m.), Monte Penna (1735 m.), Monte Gottero (1640 m.), Monte Caio (1580 m.) e Monte Molinatico (1549 m.) . Lungo la fascia Appenninca compresa fra le province di Parma, Reggio Emilia a Modena e le corrispettive province della Toscana, hanno dato vita al Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano.
Da ricordare in oltre che la via Francigena che da Canterbury discende fino a Roma, passa anche attraverso la provincia di Parma, toccando i comuni di Fidenza e salendo verso l'Appennino oltrepassando il passo della Cisa.

Una festa da non perdere è quella del Palio, tornata a rinascere nella città, nata nel Medioevo al tempo delle nozze di Ghiberto da Correggio con Maddalena Rossi. Il Palio fu voluto dal Signore come culmine delle sue nozze, che si svolsero nel 1314. Al palio partecipano cinque fazioni, le quali si differenziano per colore e area cittadina: Rossi di Porta San Barnaba, i Gialli di Porta San Michele, Azzurri di Porta Nuova, Bianchi di Porta San Francesco e i Verdi di Porta San Croce.

ENOGASTRONOMIA E PRODOTTI TIPICI



Palazzo Ducale di Parma - Sede del Comando dei Carabinieri di Parma
 
Luoghi Religiosi
Palazzi e Monumenti

Musei & Dintorni


STORIA  

Il territorio della città di Parma era da prima governato dai Liguri e dagli Etruschi, successivamente, con l'instaurarsi di una colonia romana nel 183 a.C. , dando inizio alla costruzione della città futura. Essa si espanse sull'asse della più importante via di comunicazione del tempo: la via Emilia. I fondatori della città furono i triumviri Emilio Lepido, Ebuzio Caro e Quinto Crispino. Successivamente alla caduta dell'impero romano Parma passò in varie mani, fra le quali quelle dei Bizantini e in seguito ai Goti, questi ultimi la denominarono Crisopoli ( città dell’oro) in quanto la città era molto ricca. Si susseguirono ancora i Longobardi e poi i Franchi e gli imperatori germanici. Gli eventi portarono alla formazione del comune nel XII sec., il quale si mise sotto la tutela, per un certo periodo, del potere papale. Questo periodo storico fu molto fiorente per la città, anche nel campo artistico e nella cultura in genere, in questa frazione storica l'insegnamento passava sotto il controllo del comune stesso. Questo portò a Parma molti studiosi e studenti, divenendo una città importante anche in Europa, mettendosi quindi in competizione con le altre città. Nel 1346 la città cadde nelle mani dei Visconti, i quali chiusero le sedi dell'università (studium), mentre nel ducato si andarono a instaurare le figure dei piccoli feudatari. Fu in questo periodo che sorsero le imponenti dimore: castelli, palazzi, ove trovavano accoglienza le schiere degli umanisti. Una figura che sorse in questo momento storico è Pietro Maria Rossi, che ebbe molto risalto nel Ducato.
Nel 1512 la città fu venduta allo stato della Chiesa, che ne fece un ducato, e per governarla fu scelto il figlio prediletto di Papa Farnese, il ducato quindi diviene un cuscinetto fra il potere temporale e quello spagnolo. I farnese portarono un rafforzamento della religione e una presenza maggiore della "compagnia di Gesù". In città iniziarono a sorgere molte chiese e alcuni palazzi furono adibiti a conventi. Nel 1547 Pier Luigi Farnese fu assassinato e le terre del ducato passarono nelle mano dell'Imperatore. Questo portò a un rastrellamento di tutti i feudatari cospiratori, che tramavano alle spalle del duca di Parma. Inizia una fase di decadenza che dal 1731 si porta sino al 1759 dove si apre un nuovo spiraglio con l'ascesa di Filippo fratello di Carlo I, il potere quindi ora è in mano ai francesi. La città inizia ad industrializzarsi e contemporaneamente si cercarono di eliminare i privilegi eclesiastici.
Nel 1808 Napoleone inglobò il ducato di Parma all’interno del suo impero. La città, a seguito dell'esilio dell'imperatore, fu data in concessione a Maria Luigia d'Austria, la quale applicò da subito una politica di riavvio delle opere pubbliche, potenziando le vie di comunicazione, in oltre fece commissionare la costruzione del Teatro Regio, tempio della lirica. Alla morte di Maria Luigia nel 1847 la città tornò in mano ai Borboni, ma nel 1854 Carlo III Borbone fu pugnalato in città.
Il 18 Marzo 1860 Parma, con un plebiscito, entrò a far parte del regno d’Italia. Nel primo periodo di appartenenza al regno la città soffrì della crisi economica e sociale dovuta al cambiamento del potere. Fu realizzata in questo periodo la via ferroviaria, che metteva in comunicazione le città poste sull'asse Milano - Bologna.
Dopo la prima guerra mondiale la città fu teatro di scontri tra fascisti e antifascisti.
LA CULTURA

La città di Parma possiede palazzi monumentali, chiese storiche e notevoli raccolte d’arte. Fra i palazzi ricordiamo quello del Governatore (1285) con la torre dell’orologio, quello del Municipio (1221), quello del Vescovo, della Pilotta (costruito dai Farnese), la biblioteca Palatina, Palazzo Ducale (1561) con il suo immenso giardino ove soggiornava Maria Luigia (il parco era aperto ai cittadini di Parma) circondato da statue del Jean Baptiste Boudard, il Duomo il quale si affaccia sulla piazza medioevale nella quale si trova il Battistero in stile romanico- gotico a pianta ottagonale, la chiesa di S. Giovanni Evangelista con l’annesso campanile dei primi del XVII sec, la chiesa di S. Pietro che si affaccia su piazza Garibaldi. Oltre a queste grandi opere troviamo anche: la Pinacoteca Stuard, le chiese di Sant’Antonio, San Sepolcro, dell' Annunciata, Santa Maria del Quartiere, S. Vitale, la casa natale di Arturo Toscanini, la Casa della Musica, il castello dei Burattini, l'Auditorium Paganini, la Certosa di Paradigna. Da non perdere sono anche i castelli fra i meglio conservati e più belli d’Italia, che coronano tutta la provincia: la fortezza dei Bardi, la reggia di Colorno che fu la monumentale abitazione dei Farnese e poi di Maria Luigia d’Austria (piccolo gioiello nel quale si possono ammirare i giardini all’esterno, e al suo interno le pareti affrescate), Compiano che domina la Val Taro, Torrechiara del XV sec. costruito da Pier Maria Rossi, presenta al suo interno un piccolo tesoro la famosa “camera d’Oro”, Il castello merlato di Montechiarugolo del XII sec. posto nella Valle d’Enza, Felino costruito nel IX sec. con fossato e torrioni angolari, Fontanellato, Roccabianca del XV sec. costruita da Pier Maria Rosi per l’amata Bianca Pellegrini, è sia imponente che elegante, Rocca di Sala Baganza residenza dei conti Sancitale edificato sulle colline parmensi, la rocca Meli Lupi di Soragna costruita nel 1385 al suo interno sono ancora conservati gli arredi, la rocca di San Secondo costruita fra il 1300 e 1400 che manifesta la potenza del casato Rossi, il Castello di Varano Melegari è roccaforte strategica a salvaguardia della vallata del Ceno.
Le figure illustri della città furono: Benedetto Antelami o Correggio, il Parmigianino o Bodoni, Bottesini, Paër, Verdi e Toscanini.

ECONOMIA

I prodotti tipici del luogo sono il Prosciutto crudo di Parma, i salumi (salame di Felino) e il formaggio Parmigiano Reggiano.
Le principali industrie sono quelle di trasformazione del prodotto agricolo (barbabietola da zucchero, cereali, viti e ortaggi), quelle enologiche, conserviere (caseifici, zuccherifici), fra tante risalta la Parmalat di Collecchio, la quale è rinomata in tutto il mondo per i suoi prodotti derivanti dal latte e non solo. Importante è anche l’allevamento di bovini e suini, infatti in queste zone si produce il famoso Prosciutto di Parma (DOP).
Parma è centro di una molteplicità di produzioni relative all’enogastronomia, tanto da meritarsi il soprannome di Food Valley, alcuni capolavori sono: il salame felino, il fungo porcino di Taro, il prete (un insaccato simile allo zampone), lo Strolghino, la spalla di S. Secondo (un salume di cui ne era ghiotto Gabriele d’Annunzio).
In risalto troviamo anche altri settori come quello della meccanica, farmaceutico, calzaturiero e del vetro.
La città ha come simbolo artigianale il profumo “violetta di Parma”, questa essenza fu commissionata da Maria Luigia ai frati del convento dell’Annunciata, diventata oggi un simbolo del “made in Parma”. Oggi nella città a palazzo Borsari possiamo visitare il museo della profumeria. Da non dimenticare anche la rassegna più importante di Parma, quella del Mercante in fiera.
Centro di maggior concentrazione turistica sono le terme. L'impianto è uno dei più importanti d'Europa, tra le quali abbiamo: Salsomaggiore Terme, Tabiano, San Andrea Bagni e Monticelli.

Tra il XI e il XIII sec. in Europa si ha una crescita in ambito economico e sociale, questo è anche il periodo delle grandi opere spirituali e religiose. Questi sono anche i secoli della massima ispirazione del romanico. Il Duomo è dedicato all'Assunta. Fu costruito nel 1059 ma distrutto dal terremoto del 1117, e successivamente ricostruito così come lo vediamo oggi. La sua facciata severa a capanna è formata da blocchi di arenaria. Il portale d'ingresso del 1281, si impone ai fedeli con l'immagine di due leoni, nel sottarco si possono invece ammirare i bassorilievi con la rappresentazione dei mesi, i battenti della porta risalgono ad un'epoca successiva(1494). A destra della costruzione si innalza il campanile, sopra il quale svetta la cuspide troneggiata da un angelo in rame. All'interno dell'imponente costruzione del Duomo si possono ammirare le cappelle laterali, la forma della pianta è a croce latina e la cupola è ottagonale, la quale poggia su un tamburo e tutte le volte e le pareti sono affrescate in stile manieristico padano. In fondo alla navata mediana si erge la scala in marmo rosa di Verona, che conduce sull'altare. La cupola che si erge sopra l'altare è affrescata dalla mano del Correggio, che si ispirò all'assunzione della Vergine (1526-1530), attorno alla quale volteggiano angeli e arcangeli. Il coro ligneo intarsiato è decorato con raffigurazioni di immagini della città di Parma. Sotto il transetto è posta la cripta retta da numerose colonne, le quali culminano con capitelli che si differenziano fra loro per forma e materiale. Gli affreschi sono risalenti all'inizio della costruzione stessa del Duomo (XI-XII sec.), così come il pavimento decorato a mosaici con raffigurazioni di pesci. Una porta conduce alla cappella Ravacardi affrescata con le storie della Vergine, da qui si accede in un secondo ambiente: la cappella Rusconi (1412).

Ideato da Benedetto Antelami è una costruzione romanica ottagonale, realizzata con marmo rosa di Verona, a logge con architrave, terminante con una serie di archetti ciechi. Le decorazioni plastiche sono quasi tutte realizzate dall'ideatore del progetto, le quali sono un insieme di simboli e riferimenti teologici. Rappresenta in oltre il passaggio del romanico al gotico, l'opera fu iniziata nel 1196 e ultimata nel 1307. La parte inferiore del Battistero è percorsa da un basso rilievo con figure di animali sia reali che fantastici, ma anche mostri, centauri, sirene ecc... queste raffigurazioni sono interdette dai tre portali:

_Portale della Vergine: presenta nella lunetta le immagini dell'adorazione dei Magi e dell'annuncio a Giuseppe, a destra quello di Jesse.

_Portale del Giudizio: nella lunetta si trova la raffigurazione del redentore con affianco gli angeli, e nell'architrave il giudizio universale, a sinistra ci sono le opere di misericordia, mentre a destra la parabola della vigna.

_Portale della Vita (a meridione): il nome proviene della parabola scolpita sulla lunetta dove ai lati si ammirano le raffigurazioni del carro del sole e della luna.

L'interno è vasto con decorazioni plastiche ispirate ai temi delle stagioni, dei mesi e dei segni dello zodiaco. Al centro è posta la doppia vasca per il battesimo, sorretta da un leone che stringe fra gli artigli una lepre. Magnifici sono anche le decorazioni sulla volta ad ombrello. I dipinti eseguiti tutto attorno sulle pareti sono stati realizzati alla fine della seconda metà del XIII sec., fra le immagini ci sono le raffigurazioni della vi da di Abramo, dei fiumi del paradiso, le quattro dimensioni dell'Amore di Cristo, la vita di S. Giovanni Battista. Sulla destra del portale nord spunta fra tutti il dipinto di S. Giovanni Battisti mentre uccide il drago.

La chiesa di S. Giovanni Evangelista fu fondata nel X sec., fu successivamente ricostruita nel 1498-1510. La facciata in marmo bianco è realizzata in stile barocco. L'alto campanile, che affianca la costruzione, fu opera dell'architetto magni (1613). La pianta del tempio è a forma di croce latina, l'interno è formato da tre navate divise da pilastri di pietra grigia. Sulla navata mediana si trova un dipinto del Correggio, il quale dipinse anche la cupola (1520), ove raffigurò la visione di S. Giovanni, la figura del santo viene rappresentata come un vecchio e posizionata in secondo piano, il quale volge lo sguardo al cielo, verso la figura di Cristo, avvolto da nubi opache e plumbee, che scende dall'alto verso il discepolo morente, catturando quindi lo sguardo del pellegrino. Correggio lavorò anche nel presbiterio affrescandolo a grottesche, ispirandosi alle scene delle crociate e dell'incoronazione della Vergine. Alle spalle dell'altare maggiore è posizionata la tela con la trasfigurazione (1556). Attorno all'abside si erge un coro ligneo con motivi a intarsi floreali. Il dipinto sulla lunotta della sacrestia (opera del Correggio) ritrae S. Giovanni in giovane età, mentre scrive il libro dell'apocalisse. I dipinti della navata di sinistra sono invece opera del Parmigianino. A sinistra della chiesa fu costruito il monastero benedettino del X sec., ricostruito successivamente nel XVI sec., famoso per i suoi chiostri.

La sua facciata del 1762 fu dell'architetto Ennemond Petitot. La chiesa ha una sola navata con altari laterali e una alta cupola affrescata nel XVIII sec. dal Venuzzi. All'interno si può ammirare l'opera a S. Giuseppe morente del '600. L'altare è in legno intagliato con motivi ispirati allo stile Neoclassico.

La chiesa seicentesca di S. Vitale si trova in pieno centro, a ridosso di pizza Garibaldi e del Palazzo Comunale. Si pensa che il luogo di culto eretto al santo sia stato finanziato da re Pipino di Francia nel IX sec. Successivamente si volle sostituire la costruzione originaria con un nuovo progetto, e nella metà del 1600 la nuova chiesa fu eretta seguendo i canoni della forma a croce, avente una sola navata centrale che termina con il presbiterio. La cupola è del genere vignolesca, la quale fu poi rinforzata nel 1676, la struttura è corredata al suo interno da dieci piccole cappelle. La facciata esterna è posta su due ordini, ad opera dello scultore Felice Pascetti, mentre le statue poste nelle nicchie sono dello Sbavati, le quali raffigurano S. Vito e la moglie Valeria, ai lati i figli S. Gervasio e S. Protaso. Nelle altre due nicchie troviamo le raffigurazioni di S. Ambrogio e S. Gregorio Magno. All'interno è custodito il corpo di S. Vitale, portato da Roma nel 1648. Gli affreschi (1760) rappresentano momenti della vita di S. Vitale, adornati da stucchi barocchi unici in Emilia. La chiesa possiede in oltre altri dipinti della scuola ottocentesca di Parma. Nel 1913 la struttura passò in mano alla congregazione municipale della carità.

Il palazzo della Pilotta sorge sulla Piazza della Pace, fu voluto da Ranuccio I di Farnese, quest’opera era un agglomerato di molte corpi di fabbrica, fra cui le scuderie, il fienile, il teatro, la caserma e la biblioteca. L'edificio fu iniziato nel '500 su progetto di Francesco Paciotto e termianto nel secolo successivo. I Farnese nel XVII sec. trasferirono gran parte delle attività di corte. Il teatro Farnese fu ideato nel 1618 per festeggiare l'arrivo a Parma di Cosimo II De Medici, ma che tuttavia fu operativo solo nel 1628 per le nozze di Margherita de'Medici e il duca Odoardo Farnese.
Nel 1944 l'edificio fu gravemente danneggiato dai bombardamenti e successivamente fu ricostruito parzialmente.


Attualmente ospita il Museo dell’Archeologia Nazionale, la Biblioteca Palatina, il ligneo teatro Farnese, il Museo Bodoniano e la Galleria Nazionale, ricca di opere fra le quali quelle del Correggio, Parmigianino, Leonardo, Beato Angelico, Tintoretto, ecc.

La Galleria Nazionale è ritenuta una delle più importanti del vecchio continente, qui si ritrovano opere a partire dal XVIII sec. primo nucleo costituito dalla collezione di Filippo di Borbone, per essere successivamente ampliato nei secoli. Qui si trova esposta la famosa "Schiva Turca" arrivata alla Galleria Nazionale di Parma solo agli inizi del '900. L'opera cinquecentesca è del Parmigianino che ritrasse un mezzo busto femminile sormontato da un copricapo intrecciato da fili dorati simile a quelli turchi adornato da un cavallo alato, quest'opera collocano il Parmigianino all'interno della cerchi dei pittori manieristici.

Il Museo Archeologico fu fondato sul finire del XVIII sec. ove furono collocati i reperti recuperati dagli scavi di Velleia. La collezione fu successivamente incrementata grazie anche all'apporto di Maria Luigia. Una sua nicchia trova all'interno della Pilotta anche il Museo Bodoniano, intitolato al direttore della Stamperia Ducale del XVIII sec., qui si conservano le attrezzature, gli stampi e i documenti del tempo, in un percorso conoscitivo e storico a partire dalle origini Medioevali.

Qui si trova esposta la famosa "Schiva Turca" arrivata alla Galleria Nazionale di Parma solo agli inizi del '900. L'opera cinquecentesca è del Parmigianino che ritrasse un mezzo busto femminile sormontato da un copricapo intrecciato da fili dorati simile a quelli turchi adornato da un cavallo alato, quest'opera collocano il Parmigianino all'interno della cerchi dei pittori manieristici.
Il Museo Archeologico fu fondato sul finire del XVIII sec. ove furono collocati i reperti recuperati dagli scavi di Velleia. La collezione fu successivamente incrementata grazie anche all'apporto di Maria Luigia. Una sua nicchia trova all'interno della Pilotta anche il Museo Bodoniano, intitolato al direttore della Stamperia Ducale del XVIII sec., qui si conservano le attrezzature, gli stampi e i documenti del tempo, in un percorso conoscitivo e storico a partire dalle origini Medioevali.

Il palazzo comunale occupa la parte sud di pizza Garibaldi, affianco all'edificio è posizionato il monumento al Correggio e dall'altro lato la fontana con le figure di Ercole e Anteo.

Un lungo viale, che si staglia nel parco (aperto al pubblico dall’amata sovrana Maria Luigia), conduce al palazzo Ducale, il quale apre la sua corte con quattro statue. Il palazzo fu ampliato da Petitot. Uno scalone conduce alla sala degli uccelli (chiamata così per via degli stucchi), si accede in successione alla sala di Alcina, che fu decorata nel 1568 con ispirazione all'Orlando Furioso, la sala seguente è denominata “del Bacio”, la quale fu affrescata nel 1570 con la raffigurazione dell'Orlando Innamorato. Da qui si passa alla sala di Erminia ove è collocata un'alcova.

Il Teatro Regio (prenderà questo nome solo nel 1848) non fu il primo teatro di Parma, ma sin dagli inizi dell' 800 ebbe una vita attivissima, grazie a programmi eterogenei che consentivano incassi fruttiferi, ma oltre a questi si aggiungevano le donazioni, che permettevano una vita costante al teatro. In questo tempio scenico ebbero spazio grandi maestri some Rossini, Bellini e Donizzetti. Successivamente a questi si aggiunse il ciclone Verdi fra il 1859 e 1860, il quale rubò la scena alla precedente triade, in quanto solo lui ottenne la realizzazione di 23 spettacoli su 71. Ma i tempi del cambiamento erano alle porte (economico e politico), e portarono sconvolgimenti anche in campo musicale, infatti si affacciarono sulle scene i nomi di: Meyerbeer, di Gounod, di Halévy, Flotow, Bizet, Gomes, Massenet, Thomas, Saint-Saëns, infine Wagner.
Il novecento inizia con le celebrazione del centenario di Verdi nel 1913, le rappresentazioni rossiniane invece vennero quasi del tutto tolte, l'unica a tenere testo fu "il Barbiere". Successivamente sulla scena di Parma si affacciò la figura di Puccini. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale l'attività del teatro non venne compromessa, e anche nel dopoguerra la vita teatrale rimase attiva, l'unico cambiamento fu quello relativo alla situazione economica, la quale fu garantita dalle sovvenzioni statali.
Tra gli anni '50 e '60 è l'unico teatro di provincia che per la sua notorietà riesce a competere con i grandi teatri, grazie anche alle sue opere e ai suoi cantanti di grande fama come la Callas e franco Corelli.
Oggi il teatro regio è classificato fra i migliori per tradizione, sul palco si sono esibiti Carreras, Katia Ricciarelli, Cesare Siepi, Boris Christoff, Barbara Hendricks.

Link Fondazione Teatro Regio >>

Museo Bodoniano

MUSEO GLAUCO LOMBARDI

Il museo nasce dalla volontà del professor Glauco Lombardi, che raccolse documenti e cimeli relativi al periodo storico fra il XVII e il XIX sec., con maggiore riguardo del ducato di Maria Luigia (1881-1970). Oltre agli oggetti personali della duchessa, si impegnò al fine di poter recuperare la residenza colornese dei Duchi di Parma, fu qui che il museo fu aperto fra il 1915 e il 1943, arricchito anche dalla donazioni del conte Giovanni Sanvitale, nel 1925 si aggiunsero alla collezione anche i disegni di Petiton, ed in ultime in ordine temporale le opere e documenti dell'incisore Paolo Toschi. Il museo fu chiuso durante la II guerra mondiale, per riaprire solamente nella seconda metà del XIX sec. presso il Palazzo di Riserva di Parma; dal 1971 il museo divenne una fondazione.

Visita il sito  >>  www.museolombardi.it  

MUSEO GUATELLI

Il Museo intitolata a Ettore Guatelli è spesso descritto come "museo dell'ovvio", l'edificio in cui è situato è immerso nella natura; mentre ci si incammina verso il caseggiato, sembra di tornare in dietro nel tempo, dove al posto delle auto per le strade circolavano i calessi, e per le campagne si udivano il cinguettare degli uccellini o lo scampanellare dei campanacci di qualche bovino.
I pezzi che raccoglieva Guatelli erano di uso quotidiano (martelli, pinze, botti ecc...). Sostanzialmente il messaggio che si vuole trasmettere è quello del rapporto fra l'uomo, la terra e Madre Natura, identificando come periodo storico quello "per- industriale". Attraverso questi oggetti si tenta di far rivivere la loro storia e la vita di chi li possedeva.
Oggi il museo è divenuto: "Fondazione degli Amici di Ettore Guatelli"
Visitate il sito >>www.museoguatelli.it

MUSEO BODONIANO

Il più Antico Museo della Stampa in Italia

Visita il sito >> museobodoniano.it

MUSEI DEL CIBO

Visita il sito >> www.museidelcibo.it

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