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PROVINCIA  AUTONOMA DI BOLZANO

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COMUNE DI BOLZANO

Il nome Bolzano ha due possibili strade di derivazione: la prima ha ridici celtiche derivante dalla parola Bautius ossia “podere di Bautius”, per poi tramutarsi in Bauzanum. La seconda ipotesi è che la denominazione deriverebbe dal nome di Castellum Balteanum ossia “accampamento in terreno paludoso”.

 

La città di Bolzano è definita come porta delle Dolomiti, la quale si colloca all'interno di una conca, ad una altitudine di 262 metri, che collega le valli di Isarco, Sarentina e Adige. In essa sono presenti università, istituti di ricerca e tecnologia. Il territorio di Bolzano è attraversato dal torrente Talvera che si getta nel fiume Isarco, che spacca in due la città nuova da quella storica. Bolzano è considerata come il “Centro Mondiale della storia della Montagna”, parole scritte anche dal Times di Londra, qui hanno sede molti musei dedicati alla montagna e alle origini di chi le abitò nel passato, come nel caso della mummia Otzi, conservata nel Museo Archeologico, a testimonianza che queste terre furono abitate a partire dal 2000 a.C. Un altro primato fu quello della prima funivia la mondo inaugurata nel 1908 a Bolzano, la quale raggiungeva la zona del Colle, a 1400 metri di quota.

 

Negli ultimi anni la popolazione straniera si è moltiplicata, divenendo quasi il 10% della popolazione locale.
A Bolzano è presente una piccola comunità ebraica, anche se quella di Merano è quella più importante, dove è anche presente la sinagoga. Oggi in città convivono diverse popolazioni ti varie etnie, fra questa quella di origine islamica è quella più preponderante.  

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Questa area geografica della penisola Italiana era già abitata nella preistoria, questo lo si dimostrò con i ritrovamenti nel 1971 di accampamenti di cacciatori dell’era del Mesozoico, a questi si aggiunge la scoperta della celebre mummia Otzi. Da qui passarono diverse popolazioni fra cui i Celti, i Cimbri ed infine i Romani, i quali colonizzarono il territorio. Il Cristianesimo ebbe i suoi primi influssi solo nel 400 d.C, secolo in cui si avvicendò anche la caduta dell’impero romano a causa delle invasioni barbariche, come gli Ostrogoti guidati da Teodorico, i Lombardi nel 553 d.C. e per finire i Carolingi guidati da Carlo Magno che nel 774 sconfisse i Longobardi. Le guerre non ebbero mai fine, tanto che nel 952 d.C. l’imperatore Ottone I di Sassonia espanse i suoi confini sin oltre le alpi giungendo anche a Bolzano.
Nel XI sec. furono eretti i primi edifici cristiani per volere del vescovo di Trento Ulrico II. La città ebbe una rapida espansione, tanto che nel XIII sec. divenne la porta fra nord e sud dell'Europa per i commerci, questo aspetto economico manifestò da subito l’interesse dei conti di Tirolo che la conquistarono, detenendo il dominio sino al 1665 quando divenne un possedimento Asburgico, questi ultimi ne detennero il potere sino al 1918, anno in cui la regione fu annessa al Regno d'Italia. Sotto il dominio austriaco la città conobbe un grande potenziamento economico, sopratutto grazie all’editto promulgato da Claudia de' Medici, che concesse a Bolzano molto privilegi mercantili. Con l'avvento del fascismo la regione del Tirolo fu sottoposta a una forte pressione di italianizzazione, tanto da sopprimere con la forza ogni forma di ribellione da parte delle minoranze etniche di lingua tedesca. Furono abolite le scuole che insegnavano il tedesco e anche i nomi vennero tradotti in lingua italiana, in un disperato tentativo di nazionalizzare una regione che fino a qualche anno prima era appartenuta agli austriaci. Dopo la fine della grande guerra, l'Italia riuscì a trattenere sotto il suo dominio il territorio del Tirolo, mediante il trattato che venne ratificato a Londra il 10 ottobre 1920 , anche se gli abitanti speravano in una annessione all'Austria. Soltanto un anno prima re Vittorio Emanuele II aveva dichiarato il rispetto per le autonomie e per le tradizioni, ma tali affermazioni rimasero solo sulla carta, difatti frange del partito fascista spinte da Ettore Tolomei, cercarono di cancellare ogni traccia della cultura Tirolese. Tuttavia la popolazione di lingua tedesca continuò a tramandare i propri insegnamenti e tradizioni nell’illegalità. Nel 1943 i Nazisti occuparono il Tirolo e in questa sezione storica si ebbe un rovescio della medaglia, ove gli abitanti di lingua tedesca vedevano rivolgere contro l’italiano oppressore le stesse sopraffazioni che solo poco tempo prima erano state rivolte verso di loro. Si scatenò una vera e propria caccia all’uomo, dove la preda erano i soldati italiani, tanto che a Bolzano nacque un campo di transito, da dove poi partivano i treni verso i campi di sterminio.
Alla fine del conflitto l’Italia riuscì a trattenere il territorio del Tirolo all’interno dei suoi confini di Stato, si stabilì quindi un accordo fra De Gasperi e il ministro Gruber, per la realizzazione di una carta per l’autonomia dell’Alto Adige. Tale formulazione si concretizzò con lo Statuto speciale del 1948, con il quale si concedevano poteri legislativi, amministrativi e finanziari, fu sancito il bilinguismo nelle cariche pubbliche, negli istituti e nella toponomastica. Tuttavia gli abitanti non accolsero con entusiasmo tale trattato e nel 1957 si opposero alla costruzione dei 5.000 alloggi progettati per ospitare gli italiani immigrati che qui si sarebbero dovuti trasferire in cerca di una vita migliore. Fu in questi anni che si venne a creare il “Comitato di liberazione del Sud Tirolo” (BAS). Durante gli anni 60'-70' furono molte le rappresaglie verso i militi italiani. Nel 1972 l’Alto Adige riuscì ad ottenere un nuovo ampliamento della sua autonomia: la regione dispone del 90% delle tasse pagate in provincia.

 

Attualmente la regione gode di una buona salute economica, grazie anche alla politica adottata dalla provincia stessa.

 

Il settore agricolo, anche se in netto calo a livello di numero di occupanti, resta un gradino primario per l’industria alimentare; la maggior parte dei terreni coltivabili sono utilizzati  per la coltivazione di frutteti, Bolzano assieme all’intera regione del Trentino fornisce il fabbisogno complessivo di mele dell’intero mercato Italiano, tanto che la restante quota è destinata ai mercati del nord Europa; a questa produzione si affianca quella dei vigneti, da questi ultimi si ricavano vini e grappe. Il secondo settore del comparto primario è quello lattierocaseario, sia per la distribuzione di latte attraverso consorzi, ma anche per la produzione di formaggi freschi e stagionati, sia di derivazione bovina che ovina.

 

Per quanto concerne il settore secondario, questo è dominato dalla presenza di aziende del comparto della trasformazione e lavorazione degli alimenti, a seguire il comparto dell’edilizia e quello dell’artigianato, con maggior interesse per la lavorazione del legno, oltre ai classici mestieri come il fornaio, parrucchiera etc.

 

Per quanto riguarda il settore terziario e dei servizi è quello che accoglie più del 60% della popolazione attiva della provincia, la quale si divide fra il commercio, i servizi, l’ambito ricettivo alberghiero e della ristorazione, oltre a quello della pubblica amministrazione.

 

La disoccupazione è circa il 3% della popolazione attiva, questo pone Bolzano in cima alle classifiche fra le province più virtuose.

 

Il settore terziario del turismo ha visto uno svuotamento della popolazione attiva locale, la quale è stata rimpiazzata da lavoratori provenienti dall’esterno, in quanto i residenti hanno preferito dirigere le proprie prospettive di crescita di carriera verso il comparto dei trasporti delle merci, in quanto ricordiamo che la provincia è attraversata da uno degli snodi stradali più importanti dello Stato Italiano, ossia il Brennero che si collega all’omonimo passo Alpino, che mette in collegamento la penisola con il nord Europa; a questo si affianca la branchia del settore finanziario e accesso al credito, a seguire quello dei servizi alla persone e alle imprese.

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La costruzione del Duomo di Santa Maria Assunta fu eretto in stile gotico, adiacente svetta verso il cielo il campanile con i suoi 65 metri di altezza, il quale termina con una cuspide traforata, realizzata con pietra arenaria, nella cella campanaria sono collocate 5 campane. Nella canonica del Duomo si trova il Museo, il quale custodisce al suo interno un tesoro fra i più ricchi dell'area tirolese, composto da oggetti di alta oreficeria risalenti a partire dal XVIII sec. Durante la seconda guerra mondiale l’edificio fu gravemente danneggiato dai bombardamenti, solo dopo il conflitto fu possibile iniziare i lavori di ricostruzione, fu attraverso questi interventi di restauro che venne alla luce la pavimentazione originaria dell’edificio risalente al IV sec. d.C.; mentre la struttura attuale risale al ‘500, la struttura interna è suddivisa in tre navate sorrette da pilastri, sulle quali si aprono le volte a crociera, mentre nella parte absidale furono realizzate a stella.

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L'edificio fu edificato nel XIII sec. assieme all'adiacente chiostro, danneggiati entrambe durante la seconda guerra mondiale, la chiesa fu riaperta ai fedeli solo nel 1960. Entrambe gli ambienti sono ricchi di affreschi di scuola giottesca del 1300, fra questi spicca l'affresco intitolato “Trionfo della morte”. La chiesa è suddivisa in tre navate sorrette da pilastri, le quali culminano nel presbiterio decorato in stile rococò.

 

La chiesa dei Francescani fu edificata nelle vicinanze del centro cittadino di Bolzano in stile gotico, essa è dedicata a S. Antonio da Padova, la costruzione inizia nel XIV sec. per essere rimaneggiata nei secoli successivi, mentre sarà nell’800 il completamento della facciata con portale e rosone centrale. L’interno è suddiviso in tre navate con volte a crociera sorrette da pilastri ottagonali, le quali terminano nel presbiterio dove è collocato l’altare ligneo dedicato alla Natività, all’interno del quale furono collocate le statue cesellate raffiguranti i personaggi di Maria, Gesù e Giuseppe, mentre sugli sportelli sono riprodotte altrettante scene dedite a questo sacro evento. Accanto all’edificio del tempio fu realizzato anche un chiostro impreziosito da archi trilobati

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La piazza in origine fu realizzata nel 1808 per volere del re Massimiliano di Baviera, da cui in origine prese il nome, la quale si colloca adiacente al Duomo di Bolzano. Nel 1889 al centro della piazza fu collocato il monumento a Walther von der Volgelweide, uno dei maggiori poeti e cantastorie del medioevo del Tirolo, l'opera fu realizzata in stile neoromantico in marmo bianco, da quel momento la piazza ne acquisì anche il nome. Non appena la città fu annessa al Regno d’Italia la piazza mutò nuovamente il suo nome in onore a re Vittorio Emanuele III. Nel 1935, in pieno fascismo, la statua fu spostata in un luogo più appartato, fu ricollocata al suo luogo originario solo nel 1985.

 

Oggi la piazza è il ritrovo per molti giovani grazie all’apertura di diversi locali, oltre al fatto che in questo luogo avvengono diverse manifestazioni durante tutto l’anno, come ad esempio i Mercatini di Natale e la Festa dei Fiori in primavera.

Statua di Walther von der Volgelweide

Statua di Walther von der Volgelweide

 

Via Bottai è una tra le vie più antiche e tipiche del centro storico di Bolzano, dove le insegne esposte sono ancora in ferro battuto, il nome “Bottai” deriva da botte, in quanto lungo questa via erano dislocate le diverse botteghe dedite all’imbottigliamento del vino. Su questa via si affaccia anche il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige.

Via dei Portici rappresenta da sempre la vita del commercio di Bolzano, infatti sotto i portici realizzati in epoca medioevale sorretti da archi a tutto sesto in stile gotico si trovano le diverse vetrine dei negozi alla moda. Questa via collega Piazza delle Erbe con Piazza del Municipio, lungo questa passeggiata il 10 di Agosto, la notte di San Lorenzo, si svolge la manifestazione “calici si Stelle”, ossia una degustazione di vini del Trentino aspettando il passaggio delle stelle cadenti le “Perseidi”.

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Bolzano diede molti natali a Max Valier il quale nacque il 9 febbraio 1895, considerato uno fra i più grandi scienziati della ricerca spaziale e studioso astronomico. Nel 1913 iniziò i suoi studi in astronomia all’università di Innsbruck affascinato dallo spazio e su come poter raggiungere quell’immensità. Nel 1929 stabilì in oltre il record di velocità, spingendo con un razzo, sino a raggiungere la velocità di 400 Km orari, un veicolo su ghiaccio nei pressi di Monaco. Purtroppo durante i suoi esperimenti sull’utilizzo di carburante sperimentale per i suoi prototipi, ci fu una esplosione che lo travolse uccidendolo il 17 maggio 1930, la sua salma oggi riposa a Monaco di Baviera.

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